Prato Hotel - Guida Turistica

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.: PRATO HOTEL
 Prato è un comune di 185.538 abitanti capoluogo della provincia omonima. La città è famosa in Italia e nel mondo per la produzione di stoffe. Negli ultimi anni è stata protagonista di un notevole boom demografico e, attualmente, è la seconda città toscana e la terza dell'Italia centrale per numero di abitanti. La città di Prato si trova tra Pistoia e Firenze e si estende per circa 100 km². È posta ai piedi del monte della Retaia (768 metri), ultima cima della Calvana. Il punto più alto del comune è la cima del monte Cantagrilli (818 metri). L'altitudine minima è di 32 metri, in corrispondenza delle Cascine di Tavola. È attraversata dal fiume Bisenzio, affluente del fiume Arno.
  Alcuni ritrovamenti testimoniano che il territorio collinare circostante Prato risultava già abitato sin dal Paleolitico. La piana venne successivamente abitata dagli Etruschi. Grande scalpore ha suscitato la notizia, nel 1998, del ritrovamento dei resti di una città etrusca (fino ad allora sconosciuta) nell'area di Gonfienti, a ridosso del comune di Campi Bisenzio: fino a quel momento si pensava che prima del Medioevo non esistesse nessun insediamento stabile nella zona. Gli scavi hanno dimostrato che la città, i cui reperti risalgono al VI secolo a.C., non era affatto piccola, e vi era praticata già a quell'epoca la tessitura e la filatura.
  Uno studioso ha addirittura avanzato l'affascinante ipotesi (basandosi su alcuni toponimi della zona) che questa possa essere la mitica Camars (o Clusium), patria del re Porsenna, e che in queste zone possa trovarsi la sua mitica tomba. In effetti la città aveva assi viari ben pianificati (indicanti quindi una presenza costante nel territorio di genti etrusche), con una strada di oltre dieci metri di larghezza e di una villa di circa 1450 mtq dotata di una rete di canali idrici, attualmente la più grande villa arcaica rinvenuta, ricca di ceramiche greche a figure rosse e nere, verso cui spicca l'attribuzione ad uno dei più importanti artisti greci del V secolo, Douris).
  La città, anche se intuibile solo parzialmente per la rapida urbanizzazione nella sua area, era quasi certamente collegata commercialmente a Misa-Marzabotto al fine di favorire gli scambi attraverso l'Appennino, e decadde quasi improvvisamente al termine del V secolo a.C., forse a causa di un'alluvione. Infine la piana fu abitata dai Romani (vi passava la via Cassia, nel tratto che collegava Firenze con Pistoia, sulla via per Luni). Nell'Alto Medioevo la zona venne occupata da Longobardi e Bizantini. La storia della città vera e propria è testimoniata a partire dal X secolo, quando si hanno notizie dei due villagi distinti di Borgo al Cornio (corrispondente a quattro strade incrociate a scacchiera appena a sud dell'attuale Piazza del Duomo) e di Castrum Prati (corrispondente all'area antistante l'attuale Castello dell'Imperatore e dove si trova il nome di una chiesa intitolata a S.Maria in castello). Questi due nuclei urbani si fusero nel corso dell'XI secolo ed i signori del Castrum Prati, gli Alberti, ottennero l'investitura imperiale di "conti di Prato". Nello stesso periodo venne conclusa l'opera di bonifica della Piana e la costruzione del sistema idrico, che regolava il corso del fiume Bisenzio (grazie alla pescaia detta Cavalciotto, presso Santa Lucia, tuttora esistente), e ne incanalava le acque in una fitta rete di gore, che servivano per far funzionare le gualchiere, cioè gli opifici tessili.
  Dopo l'assedio del 1107 da parte delle truppe di Matilde di Canossa, i conti Alberti si ritirarono nei propri castelli della Val di Bisenzio e l'abitato cominciò a costituirsi come libero Comune. Per due secoli Prato conobbe una forte espansione urbana (vennero raggiunti i 12000 abitanti), dovuta alla fiorente industria della lana e alla forte devozione verso una reliquia appena giunta: la Sacra Cintola. L'urbanizzazione è testimoniata dalla necessità di costruire due nuove cerchie di mura, una intorno alla metà del XII secolo e l'altra a partire dal 1300. Nel 1326, per sottrarsi alle mire espansionistiche di Firenze, e alle proprie lotte interne tra le famiglie più possidenti per il controllo amministrativo, la città si sottomise alla Signoria di Roberto d'Angiò, re di Napoli. Il 23 febbraio 1351 Giovanna d'Angiò vendette la città a Firenze per 17500 fiorini d'oro, e a quest'ultima città rimase successivamente legata fino ai giorni nostri.
  Dopo l'Unità d'Italia si ebbe una fortissima industrializzazione (soprattutto nel settore tessile) e cominciò un'incredibile crescita demografica, che fece uscire la città dalla cerchia di mura trecentesche e la portò ad inglobare pian piano i borghi circostanti, con la popolazione cittadina passata dai 50000 abitanti del 1901 agli oltre 180000 del 2001. Per descrivere l'industra tessile della città, lo storico Emanuele Repetti nell'Ottocento definì Prato "la Manchester della Toscana". Inoltre, la concentrazione di opifici tessili era così elevata che Prato divenne famosa come la città dalle cento ciminiere.
  Nel secondo dopoguerra, quando il progresso tecnologico rese obsoleti i vecchi opifici, le grandi ciminiere in mattoni sparirono, tranne alcune che sono tutt'ora in piedi in quanto reperti di archeologia industriale, come quella della Cimatoria Campolmi. Dopo la consistente immigrazione proveniente dal Sud degli anni sessanta e settanta, a partire dagli anni novanta, la città è stata meta di una immigrazione extracomunitaria molto consistente. Fino al 1992 Prato, come tutti gli altri comuni della sua provincia, faceva parte della provincia di Firenze. Quell'anno furono istituite 8 nuove province in Italia, tra cui quella di Prato, al fine di meglio amministrare un territorio in crescita continua di abitanti.